Matteo Farina

Matteo Farina

Studente

Matteo si racconta

Sono nato in terra campana, ma ho sempre vissuto nella città di Brindisi. La mia famiglia mi trasmette il dono della fede cristiana e fin da bambino vengo inserito nella vita parrocchiale. Da piccolo sento il desiderio di conoscere, scoprire e imparare cose nuove, questo mi spinge ad essere diligente nello studio, a praticare diverse discipline sportive e a coltivare la passione per la musica. Ciò che guida la mia vita è l’amicizia profonda con Gesù e il legame intimo con Padre Pio; proprio lui, durante un sogno, mi indica chi devo essere e qual è la strada da seguire. Vivo tra i miei amici e coetanei come “l’infiltrato di Dio” per poterli contagiare con il Suo amore. La malattia arriva senza preavviso, sconvolgendo ogni cosa, ma proprio nella fede e in Gesù, trovo la forza di viverla.

Ho offerto la mia sofferenza per i giovani fino al giorno della mia nascita al cielo, accompagnato dalla preghiera e dall’amore della mia famiglia e dei miei amici.

Profilo (tratto dal sito https://www.matteofarina.com)

Nato dai brindisini Miky Farina e Paola Sabbatini in una clinica di Avellino, scelta dalla mamma per il parto,  fin dai primi giorni di vita  trascorrerà a Brindisi la sua intera esistenza; il 28 ottobre 1990 ricevette il Sacramento del Battesimo nella Parrocchia “Ave Maris Stella” di Brindisi; la parrocchia, con la quale egli ebbe sempre un profondo legame, è affidata alla cura pastorale dei Padri Cappuccini che trasmisero a Matteo, come agli altri giovani, lo spirito di san Francesco e la devozione verso san Pio da Pietrelcina. Matteo crebbe in una famiglia molto unita e di solidi valori cristiani; con la sorella Erika ebbe sempre un legame speciale, reso ancora più saldo nella fede e nella malattia.

Fin da subito si dimostrò un bambino ubbidiente, sereno, socievole e curioso per tutto ciò che lo circondava, rivelando attenzione e cura per tutte le creature, anche le più piccole. Chi lo ha conosciuto lo definisce “la dolcezza fatta persona”, una caratteristica, questa, che lo accompagnò in ogni momento della sua vita.

Continua a leggere su… https://www.matteofarina.com/it/matteo/biografia/

– Vorrei immergermi nel tuo amore mio Dio, per poter vedere il mondo come lo vedi tu, anche per poco, per capire come fai a vincere tutto con l’amore.

– Abbattersi non giova a nulla, dobbiamo invece essere felici e dare sempre gioia. Più gioia diamo, più gli altri sono felici. Più gli altri sono felici, più siamo felici noi.

– Credo che ognuno debba avere il coraggio di gridare contro le ingiustizie, quelle grandi dell’umanità e quelle piccole di ogni giorno, sempre cercando di mantenere l’umiltà.

– Gli uomini devono darsi da fare per non rovinare, anzi, per salvare ciò che Dio ha creato e che essi stessi stanno distruggendo… Continuerà la Terra ad avere pazienza mentre noi discutiamo le scelte da fare?

– …E Dio? Dov’è Dio?
Perché tanta paura di parlarne? Nessuno si ferma un attimo a riflettere sulla spiritualità della propria esistenza; troppo influenza da ciò che ci circonda. Non ci soffermiamo mai, o quasi, a sentire, neanche per poco, ciò che il cuore comanda.
Ma se tendiamo le orecchie all’ascolto delle parole dell’anima, sentiamo la presenza di Dio. Parliamone…insieme, con la semplicità di noi giovani, con un linguaggio privo di ricercatezza, ma ricco di sostanza: Gesù ha usato la lingua dei semplici, non quella dei do. (dall’ articolo di Matteo dell’ 11 febbraio 2006 “Newspapergame” Giornale dell’istituto- “G. Giorgi” Brindisi)

Testimonianza di Serena B.

Tratto dal sito Gli amici di Matteo Farina (http://www.matteofarina.org/1/testimonianze_2539975.html)

Aver incontrato Matteo è stata per me una benedizione, in ogni momento passato insieme, nella gioia e nel dolore. Aveva doti rare: gentilezza, semplicità, allegria, coraggio, altruismo, la forte personalità, al contempo così sensibile; sono le doti che mi hanno più colpita. Sin dai primi incontri mi parlò della sua malattia, quasi volesse avvertirmi che il nostro sentimento avrebbe vissuto anche momenti difficili. Ma questo per me non incideva minima­mente sul forte sentimento che provavo per lui. Parlavamo di tanti argomenti, la scuola, gli amici, e non ci tiravamo indietro certo nel confrontarci sui temi come l’eutanasia, l’aborto e pro­blemi etici. Ogni conversazione ci faceva conoscere meglio e ci avvicinava sempre di più. Tanti ragazzi come noi trascorrono le serate saltando da un locale all’altro per far passare la serata, evitando accuratamente discorsi impegnativi, perché non fa “giovane”; noi non temevamo di apparire fuori moda, tant’è che il più allegro di tutti gli amici era proprio Matteo.

Parlavamo spesso della Fede Cristiana e di come si potesse vive­re un amore secondo i principi della Fede: “fondamentali sono l’amore ed il rispetto per l’altro, la fedeltà e il rapporto fisico vissuto con gradualità, attendendo il Matrimonio per vivere que­sta esperienza. Solo il Sacramento del Matrimonio sancisce la definitiva unione fra un uomo ed una donna, e solo da quel mo­mento si inizia un percorso di completa dedizione a partire dall’unione fisica.”

Si pensa che non capiterà mai niente di brutto nella vita, e che quindi è “pesante” pensare alle difficoltà ed al reciproco aiuto; invece per Matteo l’amore era occuparsi dell’amato, momento per momento, trasmettersi forza l’un l’altro, e condividere qual­siasi emozione: la felicità per una bella serata, o l’ansia per un lavoro difficile.

Matteo era il collante del nostro gruppo di amici: si occupava dei problemi di tutti, preoccupandosi sempre di tenerci tutti uniti. Ogni rapporto era unico e personale, così come i suoi consigli, offerti non come insegnamenti ma come doni.

A proposito di altruismo e coraggio, non di rado prendeva le difese dei propri amici, non esitando a schierarsi in prima persona contro prepotenti di vario genere che, a volte, infastidivano qualche ragaz­za del nostro gruppo.

La sua maturità, riconosciuta da tutti, era intrisa di valori cristiani che gli hanno conferito una forza straordinaria durante tutta la du­rata della sua malattia.

Sforzi, dolori e rinunce non hanno spento la grande energia che lo muoveva con entusiasmo in ogni attività cui si dedicava. Mai ha fat­to pesare la sua sofferenza: trasmetteva gioia con solo suo sorriso.

Fino agli ultimi giorni Matteo ha fatto progetti: si parlava di proba­bili viaggi, del suo desiderio di visitare Roma e San Pietro, dei suoi progetti per il futuro

Persino dopo gli ultimi interventi, al rientro della Germania, quando aveva perduto la funzionalità di due arti, la sua fiducia nel Signore era incrollabile, e nei momenti in cui la sofferenza si faceva sentire di meno, approntava disegni di suoi progetti energetico-industriali.

Era proprio un vulcano… Ho sempre visto Matteo come un esempio mitico, eroico, difficile da raggiungere, e quando glielo facevo nota­re, lui mi guardava divertito, e non credeva alle proprie orecchie.

La sua umiltà, unita alla semplicità, alla dolcezza, al coraggio e all’altruismo, ha caratterizzato ogni attimo della sua vita

Nelle ultime visite a Matteo, prima che entrasse nel torpore delle ultime settimane, manifestava tristezza percependo di lasciare quei momenti così cari ad entrambi, così intensamente pieni di speranza per il futuro.

Per me la storia con Matteo rappresenta un grandissimo momento della vita, stargli vicino nella gioia e nella sofferenza ha significato vivere pienamente, con grande intensità…

Antonella Calò, Il Sorriso della fede – Profilo biografico e spirituale di Matteo Farina, Edizioni AdP – 2015

Francesca Consolini, Matteo Farina – “Semplici come Dio ci vuole”, Editrice Velar – 2017

Matteo Farina, Con gli occhi al Cielo… la storia di Matteo, Libellula Edizioni (Tricase LE)- 2011